All’Umanesimo non si deve solo un nuovo interesse filologico verso i classici latini e greci, ma anche una rinnovata attenzione nei confronti della Bibbia. Tra quanti meditarono sul testo biblico e lo posero a fondamento del proprio agire si deve annoverare Ambrogio Traversari (1386–1439), monaco camaldolese e umanista. Attraverso l’esame di una sua lettera, indirizzata ai religiosi del proprio ordine a nome del pontefice Eugenio IV poco dopo essere stato elevato alla carica di abate generale, si metterà in luce come il Traversari, nell’esortarli alla vita monastica, fondi il suo operare tanto sulla letteratura patristica, quanto soprattutto sul ricorso alla Bibbia, rispetto alla quale tralascia l’allegoria medievale per essere invece attento a trarre dal dettato biblico un esempio morale per i propri confratelli.